Sterilizzazione

Applichiamo protocolli di Sterilizzazione superiori a quelli previsti dalle attuali normative

Una buona parte degli strumenti che si utilizzano per le cure dentarie e che entrano in contatto con la saliva e il sangue, come gli specchietti; le pinze; le turbine (trapani), sono riutilizzabili e devono essere sottoposti a sterilizzazione per garantire che qualsiasi batterio o virus con cui sono entrati in contatto venga eliminato prima del prossimo utilizzo.

Nel nostro ambulatorio il processo di sterilizzazione viene effettuato da un addetto alla sterilizzazione e comprende una serie di passaggi per permettere ad ogni singolo strumento utilizzato di tornare ad essere sterile fino al momento del successivo utilizzo. Tutto quanto descritto in questo capitolo viene eseguito in ogni singolo passaggio nel nostro ambulatorio non solo perché è un obbligo di legge, ma soprattutto perché la nostra coscienza ci IMPONE di rispettare la salute generale dei nostri pazienti come fosse quella dei nostri figli. Di contro è palese che una sicurezza del genere comporta dei costi (già compresi nel costo delle terapie) che contribuiscono a dettare l’importo di ogni singola prestazione. Noi che stiamo sul campo ogni giorno da circa 30 anni conosciamo bene questo aspetto ed abbiamo deciso ovviamente di non prendere “scorciatoie” e sappiamo bene che esiste un prezzo al di sotto del quale questi processi NON possono essere effettuati avendo quindi la certezza che sottoporsi anche ad una semplice seduta di igiene ad un costo irrisorio significa sottoporre a gravi rischi la salute generale!

Noi che stiamo sul campo ogni giorno da circa 30 anni conosciamo bene questo aspetto ed abbiamo deciso ovviamente di non prendere “scorciatoie” e sappiamo bene che esiste un prezzo al di sotto del quale questi processi NON possono essere effettuati avendo quindi la certezza che sottoporsi anche ad una semplice seduta di igiene ad un costo irrisorio significa sottoporre a gravi rischi la salute generale!

Sterilizzazione dei trapani
(turbine e micromotori)

L’unica differenza nel processo di sterilizzazione tra gli strumenti manuali ed i “trapani” è il tipo di termodisinfettore. Nel video è mostrato il termo disinfettore per gli strumenti manuali mentre per i trapani che presentano al loro interno condotti sottilissimi per il passaggio di aria ed acqua per raffreddare le punte lavoranti, è consigliato un termodisinfettore speciale. Questo, visibile nella foto, oltre a detergere perfettamente i trapani e prepararli per la sterilizzazione finale, provvede anche alla loro lubrificazione con quantità di lubrificante preimpostata elettronicamente in base alle specifiche del tipo di trapano.

Verifica del funzionamento dei macchinari per la sterilizzazione

Anche rispettando a pieno l’esecuzione di tutta la catena di passaggi necessaria per poter GARANTIRE al 100% che i nostri strumenti arrivino sterili nelle vostre bocche è necessario (oltre che obbligatorio per legge) eseguire un ultimo passaggio:
Il CONTROLLO del perfetto funzionamento dei macchinari utilizzati.

L’Autoclave, come tutte le apparecchiature, è composta da parti meccaniche che potrebbero essere soggette a malfunzionamento ed impedire il buon esito della procedura, per questo vengono effettuati i seguenti controlli:

  • Test: CONTROLLO DELLA CAPACITA’ DI CREARE IL SOTTOVUOTO (Test presente nell’Autoclave stessa)
    Frequenza: GIORNALIERA (al mattino)
  • Test: VERIFICARE CHE IL VAPORE PENETRI BENE NEI CORPI POROSI. (Bowie – Dick Test)
    Frequenza: GIORNALIERA (al Mattino)
  • Test: VERIFICARE CHE IL VAPORE PENETRI NEI CORPI CAVI (Helix Test)
    Frequenza: AD OGNI SINGOLO CICLO DI STERILIZZAZIONE
  • Test: CONTROLLO BIOLOGICO
    Frequenza: SEMESTRALE
  • Test: MANUTENZIONE ORDINARIA FATTA DA DITTA SPECIALIZZATA
    Frequenza: MINIMO ANNUALE O AL RAGGIUNGIMENTO DI 1000 CICLI DI UTILIZZO

Test il bowie-dick

Questo test fatto quotidianamente serve per verificare che il vapore prodotto dall’autoclave sia in grado di penetrare nei materiali porosi (ad esempio nella sterilizzazione di un camice). Il test si compone in una piccola scatola di cartone contenete centinaia di piccoli foglietti ci carta (come un mazzo di carte sottilissime) al centro del quale c’è un singolo foglietto contenete una sostanza che a contatto con il vapore ad alta temperatura per un tempo stabilito è in grado di cambiare la sua colorazione. Questa piccola scatola viene poi sigillata in una busta come quella contenente lo strumentario da utilizzare, posto nell’autoclave e sottoposto ad un ciclo di sterilizzazione. Al termine del ciclo l’operatore apre la scatola e controlla che il foglietto test abbia modificato la sua colorazione (da Celeste a Rosa), lo preleva e lo cataloga nel registro della sterilizzazione in cui viene conservato per almeno 5 anni.

Helix test

Per essere certi che il vapore a pressione possa raggiungere corpi cavi come i trapani che hanno al loro interno sottilissimi condotti, ad ogni ciclo di sterilizzazione si inserisce tra gli strumenti l’Helix Test. Il test si compone di una tubicino lungo 2 metri arrotolato con una estremità libera per permettere l’entrata del vapore mentre all’altra estremità vi è un contenitore dove viene inserita una piccola striscia indicatrice in grado di cambiare colore se viene raggiunta da vapore da 121 o 134 gradi per un tempo massimo di 15 minuti. Dopo aver sterilizzato gli strumenti si apre l’Helix Test si controlla l’avvenuto viraggio del colore dell’indicatore (da celeste a nero) a si allega al registro di sterilizzazione insieme alla data ed al numero di serie univoco di quel singolo ciclo di sterilizzazione.

Test batteriologico

A riprova che tutte le procedure e i suddetti test producano poi una effettiva sterilizzazione, semestralmente si effettua un test batteriologico. Questo test prevede l’utilizzo di speciali provette che contengono spore batteriche. Dalla confezione si prelevano due provette dI cui solo una viene sottoposta ad un ciclo di sterilizzazione in autoclave. Successivamente le due provette (quella sterilizzata e quella non sterilizzata) vengono messe per 24 ore in un incubatore a temperatura controllata da un termometro. Trascorso il tempo prestabilito si procede poi con il controllo e se, come sempre, il test va a buon fine, si può assistere al fatto che solo all’interno della provetta non sterilizzata, l’incubazione ha provocato lo sviluppo di colonie batteriche evidenziabili da un evidente cambio di colorazione del contenuto (da Violetto a Giallo).

La fiala sterilizzata e quella di controllo nell’incubatore con temperatura monitorata per 24 ore.

Dopo che le fiale 2 e 3 sono state rimosse dall’incubatore solo in quella non sterilizzata (3) si è verificata la crescita di colonie batteriche riconoscibili dal colore giallo. Nella foto è stata aggiunta la fiala 1 (nuova) per mostrare che solo la fiala 2 è stata posta in autoclave come evidenziato dal cambio di colore dell’indicatore Celeste divenuto Nero.

Registro della sterilizzazione

Come da normativa a tutti i cicli di sterilizzazione viene assegnato dall’autoclave un codice numerico univoco (memorizzato su una card di memoria consultabile in ogni momento) mentre tutti i test cartacei di verifica (Bowie – Dick ed Helix Test ) vengono inseriti insieme a tanti altri dati nel registro di Sterilizzazione e conservato per una durata di 5 anni. In questo modo è possibile risalire al buon esito di ogni ciclo di sterilizzazione e di tutti i test di verifica. In caso di necessità sarà possibile fornire tale documentazione al paziente per fini di indagine sanitaria pregressa.

Registro sterilizzazione sezione delle prove biologiche.

Ok le procedure di sterilizzazione, ma poi durante la seduta?

Anche con l’utilizzo di una strumentazione sterile ci sono poi una serie di norme igieniche da rispettare per abbassare in modo drastico il pericolo di infezione.

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